Eventi

Wayne Horvitz - Robin Holcomb

  • Palazzo del Te, Mantova Sala dei Cavalli
Domenica 16 aprile
Sala dei Cavalli
Palazzo Te Mantova
[email protected]
Whatsapp 3294766850
ingresso 15€

Wayne Horvitz - Robin Holcomb
Wayne Horvitz - piano
Robin Holcomb - piano e voce


Robin Holcomb e Wayne Horvitz fanno musica insieme dal 1975, quando si conobbero alla University of California a Santa Cruz (California). Dopo essersi trasferiti a New York nel 1979, in breve tempo entrarono a far parte della cosiddetta “Downtown Scene”, collaborando con molti musicisti dell’epoca come Bill Frisell, Butch Morris, Doug Wieselman, John Zorn, Bobby Previte, William Parker e altri ancora. Dopo un decennio a New York, si trasferirono insieme a Seattle, con la figlia Nica. Nei primi anni 90, dopo il suo primo album Lark’s They Crazy, Robin Holcomb pubblicò una serie di cd con l’etichetta Nonesuch Records. I cd, prodotti da Wayne Horvitz, contenevano canzoni di Robin e musica strumentale, oltre a contributi di molti degli artisti elencati sopra e musicisti di Seattle come Evyind Kang e Timothy Young.
Nel 2005 Horvitz e Holcomb hanno pubblicato Solos per l’etichetta Songlines. In una recensione sul New York Times, il critico musicale Ben Ratliff lo ha definito “bello in maniera sconvolgente”.
Sebbene questi due artisti abbiano già calcato il palco insieme in passato, di solito come parte di ensemble più ampi, negli ultimi lustri si sono esibiti come duo, in diverse configurazioni: soli di pianoforti, canzoni con voce e pianoforte, pianoforte e tastiere, e addirittura occasionalmente momenti con l’armonica. Il loro repertorio include composizioni originali, canzoni dei The Mississippi Sheiks, di Randy Newman, Stephen Foster e altri, e improvvisazioni.
La loro combinazione nella formula del duo ne fa risaltare differenze e somiglianze. Entrambi possiedono una grande tecnica, ma sono le risonanze emotive e la luminosità del loro modo di suonare a rimanere nel cuore dell’ascoltatore.
Come spiega Robin “Abbiamo in comune molti interessi e influenze. Mi sono avvicinata al mondo del jazz attirata dalle esuberanti improvvisazioni del free jazz, mentre Wayne ne conosce le forme precedenti molto meglio. Io ho suonato molto più di lui la musica folk americana e la musica indonesiana. Entrambi per qualche motivo sembriamo essere affascinati dal linguaggio armonico degli inni sacri. Siamo entrambi attratti dal carattere dolceamaro della melodia e dell’armonia; ma credo che in Wayne risalti il come ama ‘strattonare’ i pezzi – una bella melodia è destinata a essere ‘strattonata’ e trasformata in un momento dolce-amaro che poi rimane, come una sorta di scintillio, in tutta la musica. Penso che i miei pezzi invece siano più uniformemente malinconici”.